Il pranzo di Natale, in Molise come nel resto d’Italia, non è mai stato soltanto un momento dedicato al cibo. È un rito che si rinnova, una storia che si racconta ogni anno attorno a una tavola imbandita, fatta di gesti lenti, ricette tramandate e tempo condiviso. In un’epoca in cui tutto corre veloce, il Natale ci invita a fermarci e a riflettere sul valore profondo del mangiare insieme. Credo che il pranzo natalizio possa diventare oggi un messaggio forte di qualità, sostenibilità e convivialità, senza perdere il legame con l’identità territoriale e le tradizioni che ci definiscono.
La qualità, prima di tutto, nasce dalla scelta. Non servono eccessi né tavole sovraccariche, ma ingredienti autentici, riconoscibili, capaci di raccontare un territorio. In Molise significa valorizzare l’olio extravergine, i grani e la pasta fatta a mano, i legumi, i formaggi artigianali, le carni e i pesci della tradizione. Ogni prodotto porta con sé il lavoro di chi lo coltiva, lo alleva, lo trasforma, diventando parte integrante del racconto natalizio.
Accanto alla qualità c’è la sostenibilità, un valore che passa anche dalla cucina delle feste. Pianificare il menu, evitare sprechi, recuperare gli avanzi con intelligenza sono gesti semplici ma carichi di significato. La cucina molisana, storicamente sobria e concreta, ci insegna che si può essere generosi senza eccedere, rispettando le risorse e il ritmo delle stagioni.
Ma il vero cuore del pranzo di Natale resta la convivialità. Preparare insieme, sedersi allo stesso tavolo, ascoltare le storie dei più anziani e coinvolgere i più giovani significa trasformare il cibo in relazione. È in questo spazio condiviso che il Natale ritrova il suo senso più autentico: non l’apparenza, ma la presenza.
Rispettare le tradizioni non vuol dire rinunciare al presente, ma custodire una memoria collettiva. Ogni famiglia, ogni paese, ha il suo Natale fatto di piatti simbolici, di profumi che tornano una volta all’anno e che parlano di casa. La tradizione è viva proprio perché sa adattarsi, senza perdere la propria anima.
In momenti come questi si esprime pienamente la cultura del cibo italiano, riconosciuta come patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’UNESCO: un insieme di saperi, pratiche e rituali che trovano nel Natale una delle loro massime espressioni.
Il mio augurio è che il pranzo di Natale torni a essere un atto consapevole, capace di unire gusto, rispetto per l’ambiente e senso di comunità. Perché custodire la nostra tavola significa custodire il nostro futuro, partendo dalle radici.
Buon Natale !!
Maurizio Santilli
Ambasciatore del Gusto Doc Italy Molise