Ambiente

Grano, Coldiretti Molise con centinaia di soci ed imprenditori agricoli a Bari per difendere la produzione italiana.

Pubblicato: 29-09-2025 - 116
Grano, Coldiretti Molise con centinaia di soci ed imprenditori agricoli a Bari per difendere la produzione italiana. Ambiente

Grano, Coldiretti Molise con centinaia di soci ed imprenditori agricoli a Bari per difendere la produzione italiana.

Pubblicato: 29-09-2025 - 116


La nota ufficiale di Coldiretti Molise

“No ai trafficanti di Grano”, “Fuori il grano avvelenato”, “No al glifosate”, “Stop alle importazioni sleali”, ma anche “Non svendiamo il nostro grano”, “Basta grano importato senza regole”, “Siamo stanchi di essere umiliati”, “Proteggiamo la salute delle persone”, “Senza agricoltori non c’è cibo”: queste sono solo alcune delle frasi riportate sui cartelli delle migliaia di agricoltori soci di Coldiretti, giunti a Bari per denunciare le importazioni di grano estero che fanno crollare i prezzi di quello italiano, sceso ormai drammaticamente sotto i costi di produzione. La protesta è scattata contemporaneamente nelle due città simbolo della cerealicoltura nazionale, ovvero Bari e Palermo; ma presidi si sono tenuti anche a Firenze, Cagliari e Rovigo. 



Coldiretti Molise ha preso parte alla mobilitazione portando nel capoluogo pugliese, dinnanzi al Palazzo della Regione Puglia, oltre 500 Soci guidati dal presidente regionale, Claudio Papa, insieme con il presidente provinciale di Isernia, Mario Di Geronimo, il presidente regionale dei Senior, Giuseppe Licursi, ed il direttore regionale Aniello Ascolese. Presenti anche molti giovani imprenditori con il delegato regionale di Coldiretti Giovani Impresa, il movimento giovanile dell’Organizzazione, Michele Porfido.



Gli agricoltori molisani hanno fatto sentire la loro voce in difesa del grano italiano, minacciato dalle massicce importazioni da Paesi extracomunitari, a cominciare dal Canada, che mette a rischio migliaia di aziende del settore, come anche la salute dei consumatori. Stando ai dati dell'ultimo censimento Istat (Censimento 2020) In Molise sono oltre 7mila le aziende agricole che coltivano grano duro, impiegando una superficie di circa 45mila ettari (fonte elaborazione Coldiretti su dati Istat 2025). Numeri importanti per una piccola regione che identifica nel primario il settore trainante della sua economia. Stando ai dati della CCIAA del Molise (rapporto 2024) il 28,4 % delle aziende della regione è infatti costituito da quelle agricole.



“Quest’anno – ha affermato il presidente Claudio Papa, a margine della manifestazione - gli arrivi di grano canadese sono raddoppiati, favoriti dal dazio zero concesso al Canada dall’Unione Europea. Un’invasione che ha fatto crollare i prezzi del grano italiano e al contempo messo a rischio la salute dei cittadini. Questo perché – ha spiegato Papa - il prodotto canadese viene fatto ‘maturare’ con il glifosato, un potente erbicida, vietato in Europa, usato in fase di preraccolta per essiccare il grano che diversamente non arriverebbe a maturazione, viste le basse temperature di quel Paese”.“Per questo – ha aggiunto il presidente Di Geronimo - l’Ue dovrebbe garantire che i prodotti stranieri rispettassero le stesse regole, a cominciare da quelle sulla sicurezza alimentare, cui siamo sottoposti noi agricoltori italiani”.“Oltre a ciò - gli ha fatto eco il giovane imprenditore Aldo Tanassi, produttore cerealicolo di Termoli - i costi di produzione sono aumentati in maniera smisurata, a causa di conflitti e guerre commerciali, mandando in rosso i bilanci degli agricoltori; per questo è indispensabile garantire che i prezzi pagati per il grano non siano mai inferiori a quelli di produzione, assicurando così un reddito dignitoso a chi coltiva”.In questo scenario a tinte fosche, “le prime vittime delle speculazioni sul prezzo del grano – ha affermato Michele Porfido - sono i giovani che spesso hanno preso sulle proprie spalle l’azienda di famiglia o addirittura hanno avviato una nuova attività per costruirsi un futuro, coltivando grano per la produzione di pasta 100% italiana. In questo modo – ha aggiunto - si tolgono opportunità di lavoro, soprattutto al Sud, costringendo i giovani a lasciare la propria terra, aggravando così anche il fenomeno dello spopolamento delle aree interne”.“Il grano duro – ha ricordato il direttore Ascolese - viene pagato oggi agli agricoltori circa 28 centesimi al chilo, mentre un chilo di pasta costa al consumatore non meno di 2 euro. Questo vuol dire che oggi un produttore deve vendere oltre quattro chili di grano per pagarsi un caffè. Le speculazioni sul prezzo del grano – ha concluso Ascolese - rischiano di far drasticamente diminuire le capacità produttive del Paese e della nostra regione, in un settore strategico per l’approvvigionamento alimentare, causando pesanti ripercussioni sia economiche che ambientali”.



IL PIANO COLDIRETTI PER IL GRANO ITALIANO



Per affrontare la situazione Coldiretti propone un piano con sette richieste chiave, tutte mirate a difendere l’agricoltura italiana da speculazioni, concorrenza sleale e logiche di mercato che penalizzano chi produce cibo.La prima richiesta è l’istituzione immediata della Commissione Unica Nazionale (CUN) del grano duro, per superare le borse merci locali e fermare il meccanismo opaco che consente quotazioni artificialmente basse, spesso al di sotto dei reali costi sostenuti. Allo stesso tempo è necessario che Ismea pubblichi immediatamente i costi medi di produzione, in trasparenza e dando un riferimento certo per i controlli.Fondamentale aumentare fino a 40 milioni di euro il sostegno del Ministero ai contratti di filiera pluriennali, che garantiscano un reddito equo e coprano 400mila ettari su 1,2 milioni di ettari di produzione totale. Poi il blocco delle importazioni sleali, a partire da quelle di grano trattato con sostanze vietate in Europa, come il glifosate canadese o i pesticidi e fungicidi impiegati in Turchia e Russia. È inaccettabile che il nostro grano, prodotto nel rispetto delle regole europee, venga penalizzato da una concorrenza tossica che minaccia non solo la redditività ma anche la salute dei consumatori.

La reciprocità delle regole, altro nodo chiave da sciogliere, è una delle battaglie storiche dell’organizzazione. Coldiretti chiede che i prodotti agroalimentari importati da Paesi terzi rispettino gli stessi standard – ambientali, sanitari, di sicurezza e sociali – che valgono per gli agricoltori italiani ed europei. In gioco c’è la credibilità del sistema alimentare comunitario e la sopravvivenza delle nostre aziende. Altro punto importante l’obbligo di indicare l’origine del grano sulle confezioni di pasta in tutta Europa, come già avviene in Italia grazie alle battaglie vinte da Coldiretti. I consumatori hanno il diritto di sapere cosa mettono nel piatto, e solo la trasparenza può tutelare chi produce qualità.

Necessari anche più investimenti in ricerca, innovazione e sostegno alla transizione tecnologica, anche attraverso il coinvolgimento diretto del Crea. L’agricoltura del futuro ha bisogno di strumenti avanzati per migliorare rese, qualità e sostenibilità ambientale, mantenendo viva la competitività.Infine, ma non meno importante degli altri, un piano nazionale per gli stoccaggi e gli invasi, anche con nuovi contributi a sostegno degli investimenti legati all'irrigazione del settore cerealicolo per garantire riserve strategiche e sicurezza nelle forniture. L’Italia, sottolinea la prima organizzazione agricola d’Europa, ha bisogno di politiche concrete per la gestione dell’acqua e delle scorte agricole, a tutela della sovranità alimentare e contro le speculazioni stagionali.


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