Sanità

Continua la fuga di medici dalle corsie degli ospedali molisani, ben 8 solo in Provincia di Isernia

Pubblicato: 01-07-2025 - 439
Continua la fuga di medici dalle corsie degli ospedali molisani, ben 8 solo in Provincia di Isernia Sanità

Continua la fuga di medici dalle corsie degli ospedali molisani, ben 8 solo in Provincia di Isernia

Pubblicato: 01-07-2025 - 439


Comunicato stampa del dottor Fabrizio Pastena, vicepresidente Omceo e dirigente medico del reparto di Chiurgia del Veneziale

ISERNIA. Continua la fuga di medici dalle corsie degli ospedali molisani. Nelle prossime ore saranno ben 8 i professionisti in partenza nella sola provincia di Isernia. Al Veneziale due medici lasceranno il reparto di Medicina, altrettanti andranno via dal reparto di Rianimazione; due medici lasceranno il Pronto Soccorso mentre ad Agnone altri due andranno via dal reparto di Medicina. Una emorragia inarrestabile che rischia di paralizzare l’intero sistema sanitario del Molise. Il vicepresidente dell’Omceo di Isernia, Fabrizio Pastena, lancia l’allarme: «I nostri ospedali – ha dichiarato l’esperto chirurgo - non sono più attrattivi né per l’utenza né per il personale. E’ drammatico pensare che i medici in partenza siano prevalentemente giovani, magari formatisi in Molise con un rilevante investimento non solo economico da parte del sistema sanitario. Questi ragazzi ora metteranno le competenze acquisite nelle corsie dei nostri ospedali a disposizione di strutture extraregionali. Basti considerare un dato: per la cosiddetta ‘piccola chirurgia’ abbiamo oltre il 40% di mobilità passiva. Ciò vuol dire che un molisano su due preferisce rimuovere fuori regione anche un piccolo nevo. Se vanno via i giovani rinunciamo al nostro futuro. E non garantiamo alcuna forma di continuità professionale ai vari reparti. Molti dei medici rimasti in organico hanno più di sessant’anni, sono prossimi alla pensione e di sicuro non posseggono gli stessi stimoli, le stesse energie che appartengono invece ai giovani dottori.  Il medico ospedaliero è un medico di confine, è un medico che vive la propria professione al fronte, avendo deciso di mettere a disposizione le proprie competenze dell’utenza. Per valorizzare le strutture ospedaliere, evitando che  valide professionalità continuino a partire, è necessario valorizzare ed implementare le professionalità già in organico. E’ inutile fare voli pindarici. Prima di pensare ai robot sarebbe necessario consolidare ciò che già si possiede.  Per evitare questa pericolosa deriva vanno implementate le competenze di base già acquisite incrementando il senso d’appartenenza al territorio e, di conseguenze, all’azienda sanitaria. Valorizzare i professionisti che vivono e lavorano nel sistema sanitario pubblico è anche un modo per valorizzare e rispettare il paziente che ancora crede in questo sistema ormai agonizzante. Il fine ultimo che deve guidare le nostre azioni è sempre la salvaguardia del diritto alla salute che può e deve realizzarsi valorizzando le competenze acquisite dai medici ospedalieri che – a loro volta – devono mettere a disposizione dei giovani il know-how acquisito sul campo. Solo così potremo arginare la fuga di medici verso altre regioni. Non è più possibile continuare a svendere le strutture pubbliche al ‘peggior offerente’ trincerandosi dietro la frase abusata ed obsoleta della ‘mancanza di personale’. È questo il momento di intervenire – ha concluso il dottor Pastena - per tentare di salvare il salvabile. Domani potrebbe essere già troppo tardi»


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