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Capracotta: il 17 maggio la cerimonia per ricordare Osman Carugno. Paglione: “Un atto doveroso per ricordare il gesto eroico di un nostro figlio”.

Pubblicato: 09-05-2022 - 576
Capracotta: il 17 maggio la cerimonia per ricordare Osman Carugno. Paglione: “Un atto doveroso per ricordare il gesto eroico di un nostro figlio”. Sociale

Capracotta: il 17 maggio la cerimonia per ricordare Osman Carugno. Paglione: “Un atto doveroso per ricordare il gesto eroico di un nostro figlio”.

Pubblicato: 09-05-2022 - 576


RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA COMUNE DI CAPRACOTTA – IS

Un capracottese Giusto tra le Nazioni: Osman Carugno, maresciallo dei carabinieri, è stato riconosciuto tale dallo Yad Vashem (l’ente nazionale israeliano per la memoria della Shoah) il 14 aprile del 1985, per aver aiutato un gruppo di profughi ebrei tra il 1943 e il 1944.

Nato nel 1903 a Capracotta, dove il padre aveva assunto l’incarico di Segretario generale del Comune, Osman Carugno si arruolò poi nell’Arma dei Carabinieri, diventando Maresciallo comandante di stazione, prima nelle Marche e poi in Romagna.

E proprio in terra romagnola, a Bellaria, dove comandava la locale stazione dell’Arma, nei turbolenti mesi che seguirono l’armistizio dell’8 settembre ’43, si rese protagonista di un gesto umanitario, e in effetti eroico, visti i tempi, salvando – insieme all’albergatore Ezio Giorgetti, anche lui riconosciuto tra i Giusti – un gruppo di trentotto profughi ebrei di origine slava, provenienti dal campo di Asolo, in provincia di Treviso.

Adesso il suo paese natale, Capracotta, gli tributa un doveroso omaggio, intitolandogli una piazza e il giardino dei Giusti, all’interno della villa comunale.

La cerimonia si terrà il 17 maggio, in piazza Falconi, con inizio alle 10,30.

Ricco il programma della giornata, che si concluderà alle 12.30. «Un atto doveroso per celebrare degnamente un figlio di Capracotta che si è distinto per un’azione eroica» dice il sindaco Candido Paglione. « Ricordando la figura di Osman Carugno vogliamo ancora rilanciare un messaggio chiaro che va nella direzione di coltivare la memoria, perché le tragedie vissute non si ripetano. Per questo ricordare è segno di civiltà ed è condizione per un futuro migliore di pace e di fraternità. E’ giusto, quindi, tramandare degli esempi morali che sono il pilastro della nostra identità di popolo democratico. Ecco, questo è il senso della memoria del bene che viene incarnata dalle storie dei Giusti.».



 




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