Convegno ed escursione in nome di due personaggi singolari
di Pierluigi Giorgio
“Era una stanza festosa, con due finestre che lasciavano entrare il sole tutto il pomeriggio e si aprivano sulle montagne da un lato, e dall’altro sul paese lontano, appollaiato in cima all’altura”. Alcune righe estrapolate da un paio di capitoli finali del romanzo “The girl lost” La ragazza perduta di David Herbert Lawrence ("L'amante di Lady Chatterley"...) nato in Inghilterra nel 1885 e morto in Francia per complicazioni polmonari nel 1935. Le parole dello scrittore combaciano alla perfezione con gli ambienti di casa Pacitti, che da tempo ha preso il nome del romanziere: Casa Lawrence. Così il paesaggio circostante “….dalla bellezza che rivestiva ogni cosa e dalla indicibile grandiosità pagana del crepuscolo nelle vallate fredde e selvagge”.
La protagonista è Alvina che decide di scegliere l’incognito in terre lontane, abbandonando le certezze e i comfort della vita in Inghilterra per seguire Ciccio, emigrante italiano e artista girovago, pronto a tornare nel suo paese, Picinisco…. Ed è qui che mi trovo ora, grazie a Maria Stella Rossi, giornalista, ideatrice e organizzatrice dell'evento, dagli incontri con i sindaci, ai comunicati, all'organizzazione del convegno, della proiezione e della camminata d'incontro del giorno dopo; a Loreto Pacitti e Romina proprietari della casa tra le colline e i monti; al vecchio Charles Moulin, l’artista francese, polo d’attrazione per la serata di proiezione in programma sull’aia. Il tema dell’incontro è “Itinerari e cammini nei luoghi di D. H. Lawrens e C. Moulin”: al di qua e al di là dei monti delle Mainarde tra Lazio e Molise; provincia di Frosinone ed Isernia: qui casa Lawrence, lì il rifugio di Moulin. All’incontro partecipano i già citati Rossi e Pacitti, con Marco Scappaticci, Sindaco di Picinisco e Alessandro Aceto del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Poi, il sottoscritto. I paralleli tra i due stranieri sono particolari, notevoli: nel ’19 in pieno inverno Lawrence arriva qui, a Coste Cervi con la moglie, Frieda von Richthofen; nel ’19 Moulin giunge a Castelnuovo al Volturno per fermarsi sino alla morte, per quarant’anni.
Chi lo condusse tra le montagne molisane fu uno zampognaro in Francia che gli faceva da modello. La casa di Serre di Picinisco nella Val Comino, fu costruita in stile inglese da un certo Cervi, artista di strada (il Ciccio del romanzo) partito ragazzo alla volta dell’Inghilterra e che arrotondava facendo il modello per noti artisti dell’epoca. Uniscono inoltre, le frasi di lirico apprezzamento sulla natura; la scelta d’isolamento dei personaggi (Alvina/Moulin), “perduti al mondo” per giudizio sociale ma proiettati, a contatto della natura selvaggia, verso il desiderio di ritrovarsi e sul serio di non perdersi! E poi, gli zampognari con ciocie e mantello, sia qui che lì: “apparvero d’improvviso nell’aria grigia del mattino con note di nenia a mò di lagna accompagnate dalla voce acuta d’uomo che per metà cantava e per metà gridava una breve strofa, al termine della quale si levava lo squillo lacerante di uno strumento di canna. ..la voce stessa delle montagne”. E le montagne hanno ascoltato le vicende e la voce di Moulin: a sera, su un prato adiacente il fabbricato, la proiezione del mio filmato. Apprezzatissimo. Calda e premurosa l’accoglienza di Loreto e Romina che conservando il museo Lawrence, parallelamente gestiscono un agriturismo “vivace” con la dovuta attenzione in particolare alla produzione casearia, alle erbe aromatiche e commestibili, alla cultura e al turismo!... Questo il sabato; la domenica il programma prevede l’escursione sui monti con meta il rifugio di Moulin. Dal versante molisano anche: in parallelo; per la prima volta.
Anche il gruppo di S. Biagio Saracinisco. Un bel po’ d’ore di cammino sotto un sole implacabile, con buon ritmo di tutti -Emiliano e Valentina compresi da me coinvolti in questa avventura- guidati con attenzione e competenza da Debora D’Agostino -dall’altra parte da Cristina Coia- e quindi l’incontro in cima e la condivisione di cibo, foto ed idee. Sorpresa! Su Monte Marrone, incontro… Monsieur Moulin!... Un personaggio piccolo, con la barba (ma pochi capelli) che mi sorride e mi stringe la mano (aveva già visto il film-documentario) proprio davanti al rifugio che invitai a ricostruire ventisette anni fa! Foto di rito con Albino, alias Moulin. Tra i molisani, Agostino, simpaticamente dinoccolato quanto Lawrence: un po’ di barba e potrebbe interpretarlo! Moulin e Lawrence: cosa si può desiderare di più in un giorno?... Si, ripetere quest’esperienza ogni anno -come già suggeriscono- istituzionalizzando l’evento: è una cosa culturalmente e turisticamente valida! E poi, perché no?
Realizzare una proposta che -quasi per gioco- mi è stata fatta nel contesto di casa Lawrence, dopo aver visto “Il poeta del pastello”: la realizzazione di un documentario sullo scrittore inglese. Visto che la maggior parte delle cose che ho realizzato sono in parte nate così, ripeto: perché no? William Mussini, sei pronto con la macchina da presa? Io la storia l'ho già in mente: che i committenti si facciano avanti! “ …Si sentì afferrare ancora una volta da una nostalgia misteriosa, e comprese che si poteva impazzire, là, nel velato silenzio di quelle montagne, nella grande vallata collinosa tagliata fuori dal resto del mondo”. Impazzire di gioia, naturalmente.